Nel progetto “Feels Like Paper!”, il designer Lukas Moro immagina un punto d’incontro tra la carta tradizionale e le tecnologie digitali, trasformando la scrittura manuale in un’interfaccia intelligente. L’idea è tanto semplice quanto rivoluzionaria: usare carta e penna come strumenti naturali di input, capaci di dialogare con l’intelligenza artificiale senza perdere il fascino del gesto manuale.
Scrivere a mano non è mai un atto neutro. Ogni segno porta con sé variazioni, imperfezioni, ritmo personale. La tastiera uniforma, la penna invece rivela. È proprio questa unicità che il progetto vuole preservare, traducendo i segni in contenuti digitali senza cancellarne l’espressività.
La manoscrittura diventa così più di un semplice supporto: è un ponte tra pensiero e tecnologia. Scrivere su carta resta un gesto immediato e naturale, ma grazie a OCR e modelli di linguaggio avanzati, le parole e i simboli tracciati possono trasformarsi in comandi, idee strutturate, persino interazioni con sistemi digitali complessi.
Il valore sta nel processo: mentre scriviamo a mano, non solo fissiamo concetti, ma li elaboriamo, li memorizziamo, li rendiamo più nostri. Se questa esperienza può essere potenziata senza rinunciare alla fisicità del foglio, allora la carta diventa davvero “intelligente”.
Moro ci ricorda che il futuro dell’interazione uomo-macchina non deve per forza passare per schermi e tastiere. Forse, per andare avanti, abbiamo bisogno di tornare indietro: al gesto antico della scrittura, reso vivo dalle possibilità del digitale.
